⚠️FESTA GIUBILEI MATRIMONIO⚠️

 



 





 

 



RESTAURO ORGANO DI CALDOGNO

Alcune curiosità sull’organo…

•  Quando l’organo era collocato dietro l’altare maggiore e veniva a mancare la corrente elettrica, uno dei cantori più robusti azionava con una staffa già predisposta i mantici per poter “dar fiato” all’organo.
•    Il coro di Caldogno, molto numeroso, poteva vantare la presenza di voci baritonali poderose, invidiate perfino da mons. Ernesto dalla Libera, esimio promotore della musica sacra nella diocesi, direttore del coro del seminario e cofondatore dell’Associazione Nazionale Santa Cecilia.
•    L’ostetrica Serafina Martello, moglie di Luigi Tamiozzo riusciva ad ascoltare il battito cardiaco dei bambini durante la gravidanza, grazie ad uno stetoscopio ricavato da una vecchia canna d’organo.
•    Qualcuno ricorda ancora di essere stato trasportato sul palo della bicicletta dal direttore del coro Gigetto Tamiozzo, avvolto nel “tabaro”, per recarsi in chiesa a eseguire le pastorelle natalizie delle voci bianche, fin dalla prima Messa del mattino.
•    Durante il canto dei vespri alla domenica pomeriggio, se l’assemblea “calava” di tono, l’organista Gigetto potenziava il suono dell’organo con registri (file di canne) più potenti per riportare il canto alla giusta intonazione.
•    Prima del restauro del 1972, l’organo si doveva suonare con la… “collaborazione dei topi”! Infatti, essi avevano rosicchiato le membrane di pelle che portavano l’aria alle canne dell’organo costringendo una persona a correre continuamente per chiudere queste falle. Nonostante questo, si verificavano ugualmente “stecche” durante l’esecuzione organistica, costringendo l’organista a ritirarsi alla chetichella, quando tutti i fedeli erano usciti dalla chiesa.

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